L'Associazione di Vittime di Violazioni Gravi di Diritti Umani (ASDVH) il cui presidente, Brahim Dahane, sta tra quegli arrestati, informò della detenzione, che "denuncia fermamente", e chiese la sua "liberazione immediata."
Assieme a Dahane sono stati arrestati ed interrogati altri cinque attivisti pro saharawi, tra i quali si trova il segretario generale del Collettivo di Difensori saharawi dei Diritti umani, CODESA, Ali Salem Tamek.
Secondo la Procura, i dati editi dalla stampa segnalano che, durante il lorosoggiorno aTindouf, questi attivisti si misero in contatto con "parti ostili al Marocco", cioè, con alte cariche della sicurezza militare algerina, per quello che "attentarono agli interessi superiori della nazione."
Diverse organizzazioni politiche e non, hanno mostrato il loro malessere per la visita degli attivisti a Tindouf. In questa linea, il Ministro di Comunicazione e portavoce del Dirigente, Jalid Naciri, indicò oggi durante la conferenza stampa del Consiglio dei Ministri che il Governo "non rimarrà di braccia incrociate davanti alle provocazioni contro l'integrità territoriale del regno."
Da parte loro, i detenuti manifestarono in una conferenza stampa ad Algeri che le critiche versate dal Marocco dimostrano "le bugie" del piano di autonomia marocchina proposto agli abitanti del Sahara Occidentale in cambio della rinuncia al loro diritto di autodeterminazione.
"Dov’è il reato quando un saharawi visita ad un altro, è quello il piano di autonomia ed i diritti che ci offre il Marocco"?, si domandò Dahane, ed accusò Rabat di pretendere col suo atteggiamento di dividere in due ai saharawi e provocare un conflitto tra loro.
Nessun commento:
Posta un commento