La Corte conclude che gli elementi e le informazioni portati a Sua conoscenza non stabiliscono l’esistenza di alcun legame di sovranità tra il territorio del Sahara Occidentale e il Regno del Marocco

Corte Internazionale di Giustizia

L'Aia, 16 ottobre 1975

lunedì 9 giugno 2008

La speranza Saharawi, un articolo di Damián López

Foto: Pablo_noAlmarcha

Se c’è qualcosa che mi sorprende veramente in questo mondo è la forza morale del Popolo Saharawi. Come una tempesta di sabbia di Scirocco tutti hanno scaricato la propria ira su questa causa, ma il popolo Saharawi resiste indistruttibile come una bandiera solitaria nel mezzo del deserto dell’ingiustizia.

Il quarto round di negoziati, tra il Marocco e il Sahara Occidentale, è finito senza concludersi in accordi. Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, ha chiesto uno sforzo di "realismo" e "compromesso". Il suo Inviato Speciale per il Sahara Occidentale Peter Van Walsum, ha affermato che l’indipendenza del Sahara Occidentale non è né “realista” né “realizzabile” e che “potrebbe essere fuori dalla portata del Popolo Saharawi”. Con queste dichiarazioni il Signor Van Walsum, prendendo posizione per una delle parti, ha tradito la legalità internazionale, quindi non è più affidabile come mediatore nel conflitto.

Quale speranza rimane al Popolo Saharawi dopo 33 anni di occupazione marocchina e 17 anni dalla firma del trattato di pace che includeva un referendum di autodeterminazione? Quale speranza rimane al Popolo Saharawi dopo le violazioni dei Diritti Umani nei Territori Occupati, le detenzioni arbitrarie e illegali, l’accumulazione di prigionieri politici, le torture e le scomparse, dopo l’assoluto silenzio della Comunità Internazionale?

E cosa fa la Spagna in merito, come principale responsabile della situazione del Popolo Saharawi, da quando firmò nel 1975 gli Accordi di Madrid consegnando di fatto il Sahara Occidentale al Marocco? La Spagna, che vende armi al Marocco dal 2005, continua a rendere un patetico omaggio alla monarchia dittatoriale marocchina ed alle sue irrispettose politiche.

E cosa fa la UE a riguardo? Secondo il Commissario Europeo di Rapporti Esteri, Benita Ferrero, l’accordo di concedere al Marocco uno “Statuto Avanzato” potrebbe concludersi sotto la presidenza francese della UE. Mi chiedo se per raggiungere detto “Statuto Avanzato” sia necessario che un paese rispetti i Diritti Umani ed i Valori della UE.

Come se tutto ciò non bastasse, l’accordo di pesca firmato tra la UE e il Marocco autorizza la pesca alle imbarcazioni europee nelle acque del Sahara Occidentale occupate illegalmente. Tuttavia, le Risoluzioni ONU riaffermano la mancanza di legittimità del Marocco circa lo sfruttamento e la negoziazione di queste risorse naturali, e fanno appello al resto dei paesi perché non le utilizzino.

E quello che mi sembra ancor più triste è che la diminuzione degli aiuti umanitari per i campi profughi Saharawi (Tindouf, NdT.) abbia determinato che un bambino su cinque soffra di denutrizione acuta, secondo quanto riportato nello studio condotto dall’organizzazione Norwegian Church Aid e Medici del Mondo. Davanti a questa situazione è meglio non opinare niente, visto che gli unici responsabili siamo noi stessi.

Nonostante tutto, l’ONU riconosce il diritto del Popolo Saharawi all’autodeterminazione. Questo ci porta allo stesso punto di partenza. È riconosciuta una legalità internazionale per il referendum di autodeterminazione del Sahara Occidentale, ma nessuno nella Comunità Internazionale si adopera per far sì che questo avvenga: tutti restano inermi ad osservare passivamente come il Marocco continui a calpestare il Popolo Saharawi.

Quale speranza rimane al Popolo Saharawi? Io credo che sia la stessa di sempre, una speranza indistruttibile in loro stessi che si può capire e comprendere solo se si è Saharawi, e grazie alla quale, un giorno, il Sahara Occidentale sarà un paese libero.

A cura di Damián López López
tradotto da AX

L’articolo in versione originale è consultabile su Sahara Libre España; La Vanguardia; Indymedia e sul blog del autore: www.damianlopezlopez.blogspot.com

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