giovedì 17 dicembre 2009
sabato 5 dicembre 2009
Cronologia dello sciopero della fame dell'attivista saharaui Aminatu Haidar
Questi sono gli avvenimenti più importanti registrati dopo l’espulsione di Haidar da El Aaiún, occuppato dal Marocco, verso Lanzarote (Isole Canarie)
- 13 novembre: Aminatu Haidar è arrestata nell'aeroporto di El Aaiún, nel Sahara Occidentale, assieme ai reporter spagnoli Pedro Barbadillo e Pedro Guillén, quando ritornava da New York dopo di raccogliere il "Premio Coraggio Civile 2009" in un volo proveniente da Las Palmas di Gran Canaria.
- 14 novembre: Il Marocco, dopo 16 ore di interrogatorio, espelle da El Aaiún all'attivista per scrivere nello spazio “nazionalità” il Sahara Occidentale nella scheda di controllo di polizia, le requisiscono il passaporto e la spediscono a Lanzarote. Haidar accusa il governo spagnolo di complicità col Marocco.
- 16 novembre: Haidar inizia nell'aeroporto di Lanzarote uno sciopero della fame affinché le sia permesso di ritornare al Sahara Occidentale e sporge denuncia nel commissariato dell'aeroporto per la sua "espulsione illegale" dal Marocco e "sequestro" e "maltratto" in Spagna, contro la Guardia Civil, la compagnia aerea Canarias Aeronáutica e contro il comandante del volo che la ha portata a Lanzarote.
- 18 novembre: Haidar si ripara nel suo stato di salute per non comparire davanti ad un tribunale che la aveva convocata per una supposta alterazione dell'ordine pubblico.
- 19 novembre: Mezzo centinaio di persone si concentra di fronte al Ministero di Affari Esteri a Madrid per chiedere al Governo spagnolo che risolva la situazione dell'attivista. Il Ministro degli Esteri spagnolo Miguel Ángel Moratinos si riunisce col suo omologo marocchino per trattare il caso Haidar.
- 20 novembre: Il Ministero degli Affari Esteri propone a Haidar che, in caso di respingere la proposta del Marocco di ricevere un nuovo passaporto nel consolato marocchino in Canarie, può sollecitare la concessione dello statuto di rifugiata, ma l'attivista respinge entrambe le possibilità e il ministro degli Esteri spagnolo Moratinos insiste nel segnalare che il Governo spagnolo “non può fare di più”.
- Una trentina di eurodeputati asseconda "un appello urgente" a permettere il ritorno di Haidar.
- 21 novembre: 400 persone si concentrano in Lanzarote in difesa della causa saharaui. Contemporaneamente si organizzano manifestazioni e sit-in in ogni angolo della geografia spagnola in appoggio di Haidar e contro la connivenza del governo di Zapatero con il regime marocchino.
- 24 novembre: Attivisti saharaui e difensori dei diritti umani del Marocco e del territorio occupato del Sahara Occidentale sono protagonisti di un simbolico sciopero della fame di 24 ore nell'aeroporto di Lanzarote, in solidarietà con Haidar. Il Premio Nobel Jose Saramago invia una lettera d'appoggio a Haidar.
- 25 novembre: Il tribunale di Lanzarote rimette all'Udienza Nazionale –tribunale competente per reati di genocidio e crimini di lesa umanità– la denuncia presentata per Haidar lo scorso giorno 15 ed il Consiglio Generale dell'Avvocatura Spagnola, CGAE, afferma che la proibizione di uscita dalla Spagna dell'attivista, "contravviene il suo diritto fondamentale alla libertà di circolazione". Lo stesso ente reclama altresì al Ministro dell’interno affinché produca ” l’immediata autorizzazione “ di uscita per Haidar.
- 26 novembre: Il Governo USA reclama, attraverso la Segreteria di Stato, una soluzione per Haidar.
- 27 novembre: Il vicepresidente primo del Governo, María Teresa Fernández de la Vega, chiede a Haidar di abbandonare lo sciopero della fame e di facilitare l'uscita a questa crisi.
- 28 novembre: il Ministro degli esteri Moratinos offre a Haidar –molto indebolita nel suo decimo terzo giorno di sciopero– la nazionalità spagnola per risolvere la sua situazione.
- 29 novembre: Haidar respinge la proposta di Moratinos durante la riunione celebrata nell'aeroporto tra l’inviato del Ministero degli Affari Esteri, Agustín Santos, e l'attivista, e che fu interrotta quando questa soffrì uno svanimento. Il governatore delle Isole Canarie, Paulino Rivero, chiede l'intervento del capo del Governo, José Luis Rodríguez Zapatero.
- 30 novembre: il Tribunale d'Istruzione numero 8 di Arrecife, Lanzarote, impone una multa 180 euro a Haidar per un reato contro l'ordine pubblico mentre il Fronte Polisario avverte delle conseguenze "molto gravi" del deterioramento della salute di Aminatu Haidar.
- 1 di dicembre: La Spagna chiede l'intervento del segretario generale dell'ONU, Ban Ki-moon, per risolvere la situazione.
-Un gruppo di 25 giovani universitari hanno sfruttato oggi la giornata di Porte Aperte del Senato per esibire cartelli e magliette con lemmi in appoggio all'attivista saharawi Aminatu Haidar e proclami per la "libertà" del Sahara Occidentale e la celebrazione di un referendum di autodeterminazione come più volte richiesto dall'ONU fin dagli anni 60.
- 2 dicembre: Il console marocchino nelle Canarie, Abderrahman Leibek, afferma che se Haidar “chiede perdono” al re del Marocco Mohamed VI, le sarà spedito un nuovo passaporto dal Marocco.
- 3 dicembre: Il presidente della Repubblica Araba Saharaui Democratica, Mohamed Abdelaziz, sollecita alla Lega Araba di intervenire. Il ministero degli Esteri spagnolo dà per chiusa la possibilità di ritorno al Marocco di Haidar.
- 4 dicembre: La Spagna mette a disposizione di Haidar un aereo medicalizzato per portarla da Lanzarote a El Aaiún. Il Marocco produce autorizzazione di sorvolo e atterraggio. Dieci minuti prima della partenza programmata, la torre di controllo dell’aeroporto di El Aaiún respinge l’autorizazzione, il motivo: doveva essere presentata 24 ore prima della partenza.
Il giudice dell'Udienza Nazionale Eloy Velasco respinge la competenza per istruire la denuncia presentata per Haidar contro Marocco e Spagna, e restituisce il caso al Tribunale di Istruzione numero 8 di Arrecife.
- 5 dicembre: Per terza volta consecutiva il Marocco nega l’autorizzazione di sorvolo e atterraggio all’aereo dell’Agenzia Spagnola di Cooperazione Internazionale allo Sviluppo (AECID). L’ultima di loro allega “motivi diplomatici”.
domenica 22 novembre 2009
Saramago per Aminatou
se fossi a Lanzarote sarei al tuo fianco. E non perché tu sia una militante separatista, come ti ha definito l'ambasciatore del Marocco, ma esattamente per il contrario: credo che il pianeta sia di tutti e tutti abbiamo il diritto al nostro spazio per poter vivere in armonia. Credo che i separatisti sono quelli che separano le persone dalla loro terra, le cacciano, cercano di sradicarle perché, divenendo qualcosa di diverso da quello che sono, gli uni acquisiscano maggior potere e gli altri perdano la loro auto-stima e finiscano per essere inghiottiti dalla sopraffazione. Il Marocco con il Sahara viola tutte le regole della buona condotta. Disprezzare i sahrawi è la dimostrazione che la carta dei diritti umani non ha valore nella società marocchina, che non protesta per quello che si fa con i suoi vicini; ed è, soprattutto, l'evidenza che il Marocco non rispetta se stesso: chi è sicuro del suo passato non ha bisogno di espropriare chi sta al suo fianco per esprimere una grandezza che mai nessuno gli riconoscerà. Perché se il potere del Marocco riuscirà a piegare i sahrawi, quel paese, per altri versi ammirevole, avrà ottenuto la più triste delle vittorie, una vittoria senza onore, per nulla luminosa, acquisita sulla vita e sui sogni di tanta gente che voleva vivere in pace nella sua terra e con i suoi vicini per fare del continente, tutti insieme, un luogo più abitabile.
Cara Aminatou Haidar: hai dato un esempio valoroso riconosciuto in tutto il mondo. Non mettere in pericolo la tua vita perché davanti a te hai ancora da combattere molte battaglie, e tu sei necessaria. Noi, tuoi amici, amici del tuo popolo porteremo il testimone in tutte le sedi necessarie. Al governo di Spagna chiediamo che mostri sensibilità. Con te, con la tua gente. Sappiamo bene che i rapporti internazionali sono molto complicati, ma sono passati molti anni da quando è stasta abolita la schiavitù delle persone e dei popoli. Non si tratta di umanitarismo: le risoluzioni delle Nazioni unite, il diritto internazionale e il senso comune stanno da una parte sola, e questo in Marocco e in Spagna lo sanno.
Lasciamo che Aminatou ritorni a casa con il riconoscimento del suo valore, alla luce del sole, perché sono le persone come lei che danno personalità al nostro tempo, e senza Aminatu tutti saremmo più poveri. Il problema non ce l'ha Aminatou, ce l'ha il Marocco. E può risolverlo, dovrà risolverlo, e non rispetto a una fragile donna ma a tutto un popolo che non si arrende perché non può capire né la irrazionalità né la voracità espansionista, propria di altri tempi e di altri livelli di civilizzazione.
Un abbraccio molto forte, cara Aminatou Haidar.
José Saramago, 22 novembre 2009
domenica 15 novembre 2009
STOP alla pesca UE nelle acque saharawi!
La pesca nelle acque del Sahara Occidentale non appartiene al Marocco. In realtà, le pretese del Marocco sul Sahara Occidentale sono state respinte dal Tribunale Internazionale di Giustizia, e non sono riconosciute dall'ONU. Le risorse naturali del Sahara Occidentale appartengono al suo legittimo popolo saharawi.
Firma la petizione FISH ELSEWHERE per costringere l'UE a smettere di firmare accordi illeciti di pesca col Marocco nelle acque del Sahara Occidentale, sperperando i soldi dei contribuenti UE.