La Corte conclude che gli elementi e le informazioni portati a Sua conoscenza non stabiliscono l’esistenza di alcun legame di sovranità tra il territorio del Sahara Occidentale e il Regno del Marocco

Corte Internazionale di Giustizia

L'Aia, 16 ottobre 1975

sabato 21 giugno 2008

Daddach menato di nuovo

Brutale percossa all'attivista Saharawi di diritti umani, SIDI MOHAMED DADDACH da parte di poliziotti marocchini in borghese in El Aaiun (Sahara Occidentale), per le sue attività di difensore dei diritti umani, e del diritto all'autodeterminazione del popolo saharawi.




L'Osservatorio dei Diritti Umani dell’Ordine degli Avvocati di Badajoz è stato informato per la propria vittima di questo atroce atto. L'attivista saharawi, residente in El Aaiun Occupato, Sidi Mohamed Daddach, si dedica alla difesa dei Diritti Umani nel Sahara Occidentale, è Presidente del Comitato Saharawi di Appoggio all'Autodeterminazione nel Sahara Occidentale e Premio Rafto di Diritti dell'Uomo nel 2002. Dadach che è anche collaboratore e traduttore delle Missioni di Osservazione di questo Osservatorio, ha subito la mattina del martedì 17 Giugno, una brutale bastonata per strada, dopo essere uscito dal domicilio della famiglia saharawi Ahl Sbaai, in El Aaiun, dove si erano riuniti per ricevere l'attivista saharawi e difensore dei diritti umani Brahim Sabbar, alla sua liberazione per il Regime marocchino dopo compiere una condanna di due anni nel “Carcere Nero” di El Aaiun, come conseguenza delle sue attività nella difesa dei Diritti Umani.

Sidi Mohamed Daddach era uscito martedì scorso alle 7 del mattino per andare, come molti saharawi, al suddetto domicilio a salutare e congratulare all'attivista Brahim Sabbar per il suo ritorno in libertà. Alle ore 9 mentre usciva dalla casa, l'attendevano molti agenti di polizia marocchini, inviati dal noto torturatore El Bahri Hamid, e diretti dall'ufficiale Aziz Tuhima. Alla chiamata di uno degli agenti e mentre si girava, Daddach ha ricevuto un forte colpo nella testa che lo ha lasciato sdraiato per terra, dopodiché circa 15 agenti hanno cominciato ad aggredirlo con calci, pugni, e colpi di manganello in tutto il corpo, includendo il suo viso e la testa fino a fargli perdere la coscienza. Una volta recuperata la coscienza, dopo una ventina di minuti, hanno cominciato ad insultarlo, umiliarlo, e perquisirlo di forma vessatoria. Gli insulti che gli proferivano, e le urla che riceveva, si riferivano alla sua attività come traduttore negli ultimi processi celebrati a Rabat e Marrakech con le Missioni di Osservatori ai processi contro attivisti, minacciandolo affinché smettesse di accompagnare le Missioni ai processi e le sue attività per il rispetto dei Diritti Umani e la libertà nel Sahara Occidentale. Dopo è stato perseguitato da un altro agente di sicurezza marocchina che gli ha buttato una pietra sulla schiena mentre continuava ad insultarlo fino ad arrivare all’Avenida de Smara di El Aaiun (corso principale della città, NdT.). Era da lunedì scorso che le cosiddette forze dell’ordine marocchine, gli intimorivano e minacciavano che gli avrebbero dato una bastonata che non avrebbe mai dimenticato.


Lo scorso 3 Giugno, questo Osservatorio ha potuto costatare come nel corso dell'ultima sessione del processo contro Enaama Asfari (attivista e membro di CORELSO, Comitato per il Rispetto delle Libertà e dei diritti dell’uomo nel Sahara occidentale), l’imputato ha dovuto dichiarare in biancheria intima davanti al tribunale marocchino perché la polizia che lo custodiva gli ha obbligato a togliersi la Darraa saharawi e i pantaloni, mentre agenti in borghese intimorivano gli accompagnatori saharawi della Missione di Osservazione, dovendo intervenire a loro difesa i Giuristi che agivano come osservatori nel processo. Uno di quelli accompagnatori minacciati in sede giudiziale, era Daddach, che adesso è stato brutalmente picchiato.

Questo Osservatorio dei Diritti Umani dell'Illustre Ordine degli Avvocati di Badajoz, condanna pertanto energicamente questo atto selvaggio di violazione dei diritti umani, la repressione esercitata sugli attivisti e il traduttore, collaboratore di questo Osservatorio, Sidi Mohamed Daddach, Presidente del Comitato Saharawi di Appoggio all'Autodeterminazione nel Sahara Occidentale, ed esigiamo alle Autorità Marocchine che investighino questa azione brutale, e perseguano i suoi autori, come rispetto dei numerosi Trattati Internazionali sottoscritti per il Regno del Marocco, e gli Accordi Internazionali che obbligano al rispetto della popolazione saharawi, ultimo territorio ancora a decolonizzare dell'Africa.

Esortiamo al governo Spagnolo, all'Unione Europea e le Nazioni Unite, affinché vigilino e difendano la popolazione civile saharawi, abbandonata a sua sorte nei Territori Occupati del Sahara Occidentale, dalle flagranti violazioni dei diritti umani commesse dagli occupatori, e che premano al regime di Rabat affinché permetta al popolo saharawi il legittimo esercizio del diritto all'autodeterminazione, la cui legittima richiesta è causa principale di queste violazioni da parte del Marocco.

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