La Corte conclude che gli elementi e le informazioni portati a Sua conoscenza non stabiliscono l’esistenza di alcun legame di sovranità tra il territorio del Sahara Occidentale e il Regno del Marocco

Corte Internazionale di Giustizia

L'Aia, 16 ottobre 1975

mercoledì 18 giugno 2008

Un responsabile marocchino riconosce crimini di guerra nel Sahara


Uld Errachid rivela crimini di guerra da parte di ufficiali dell'Esercito marocchino contro civili saharawi

ALI LMRABET. Corrispondente El Mundo

RABAT – “Ci sono delle persone […] si tratta di tre o quattro ufficiali dell'Esercito, che hanno commesso quelli che possono essere chiamati crimini di guerra contro prigionieri al di fuori dell'ambito della guerra" e "molti civili furono lanciati al vuoto da elicotteri o sepolti vivi" semplicemente per essere saharawi.
Chi rompe un tabù affermando che vari ufficiali marocchini hanno commesso gravi crimini di guerra nel Sahara Occidentale non è né un distaccato dirigente Polisario né un attivista saharawi pro indipendenza. Colui che accusa alte cariche dell’Esercito marocchino è Jalihenna Uld Errachid, l'attuale presidente del CORCAS (Consiglio Reale Consultivo per gli Affari del Sahara).

Uld Errachid è un'eminente saharawi chierato dalla parte marocchina --varie volte ministro nei governi di Hasan II-- ed uno dei negoziatori nelle recenti trattative con l'indipendentista Fronte Polisario a Manhasset, USA.
Jalihenna Uld Errachid non fece pubblicamente queste dichiarazioni, bensì a porte chiuse, all'interno delle sedute dell'Istanza per l'Equità e la Riconciliazione, un organismo creato dal re Mohamed VI per chiarire le gravi violazioni dei Diritti umani perpetrati durante il lungo regno di suo padre Hassan II.
La sua testimonianza, che fu registrata e trascritta nel 2005, non doveva essere messa a conoscenza del pubblico, ma un quotidiano di Casablanca, Allo Yarida All'Ula, decise di pubblicarlo integralmente, mentre annunciava contemporaneamente di possedere altre registrazioni dello stesso stampo di alte personalità marocchine che testimoniarono davanti alla stessa Istanza.
Queste gravi accuse riguardanti il conflitto del Sahara Occidentale, un tema sensibile in Marocco, non furono confermate, come abitudine, da organi di stampa affini al regime, ma anzi il presidente del Consiglio Consultivo dei Diritti umani (CCDH), un organismo ufficiale, si affrettò ad avviare richiesta per il divieto di pubblicazione del resto dei documenti al giornale Allo Yarida All'Ula.
Effettivemente la pubblicazione di questi documenti sia un vero colpo basso per il Marocco. Dal marzo 2007 l'Udienza Nazionale della Spagna ha chiesto al giudice Baltasar Garzón di indagare sulle accuse di "crimini internazionali" commessi per "32 dirigenti e militari marocchini" nel Sahara Occidentale dal 1975.
Queste accuse sono contenute in una denuncia presentata il 14 settembre 2006 da varie associazioni spagnole di Diritti umani davanti all'Udienza Nazionale, che stimano in 542 il numero di saharawi desaparecidos dal 1975.
Garzón, mediante una commissione rogatoria, ha promosso il quesito alle autorità giudiziarie marocchine per sapere se quei fatti sono stati indagati o se esiste qualche procedimento penale in corso contro i denunciati: per il momento non ha ricevuto nessuna risposta.
A Rabat, si teme che vari dei nomi citati nella querela --molti di loro continuano ad occupare alte cariche nell'Esercito-- siano gli stessi dei quali parla Jalihenna Uld Errachid. Del resto, Ali Anouzla, il direttore di Allo Yarida All'Ula, ha annunciato che il suo quotidiano continuerà a pubblicare le trascrizioni.

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